Un giorno a Madera by Luigi Pirandello

Un giorno a Madera by Luigi Pirandello

autore:Luigi Pirandello [Pirandello, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:41:38+00:00


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- Ah, voi volete cambiar clima: voi volete passeggiare a Nizza o a Pisa, a Pau o a Mentone; volete visitare i Pirenei o le coste di Hyères; fors’anche osate pensare a Madera e all’Egitto, all’altipiano dell’Asia o al cerro di Pazco nel Perù? Ma queste sono follie di moda, son credute dai malati e insegnate dai medici… Oh! è molto comodo davvero il mandare lontano il proprio paziente, perché se ne muoia senza nostra colpa e lungi dagli occhi dei nostri clienti. È

comodo davvero!… Ma, mia signora, ci sono tubercolosi a Pisa e nell’Egitto, e ve ne sono molti a Madera e a Nizza. Questi medici ignoranti che consigliano ai tossicolosi la emigrazione, non hanno fede nella loro arte; e chi non ha fede in sé stesso, nella scienza che ha studiato, nell’arte che professa, è un imbecille o un impostore. Noi abbiamo nel nostro portafogli e nelle nostre farmacie dei mezzi cento volte più potenti della tiepida brezza del Mediterraneo o dell’Oceano. Bella sapienza davvero! E voi, suppongo, non sapete una sillaba di medicina, ma potete ridere alla barba di questi medici <I>atmosferici, climaterici</I> (chiamateli come volete), senza saper di medicina; perché fra questi climi che consigliano ai tisici, ve n’ha di secchi e ve n’ha di umidi; vi son paesi altissimi ed altri sulla costa del mare; vi son climi caldi e freddi!

Dio buono! Quanta ignoranza, quanto ciarlatanismo!…

- Io, vedete, con una stufa e un termometro vi faccio nella vostra camera tutti i climi del mondo, e con un po’ di carbon fossile e dell’acqua vi fabbrico Nizza e Madera in Oxford-Street o in Piccadilly senza che abbiate bisogno di escire di casa vostra, senza bisogno di lasciare i vostri tappeti, i vostri fiori, il vostro canarino. Ma dovete avere poi un pochino di pazienza; insieme ai tappeti e ai fiori e al canto del vostro uccellino metto anche le mignatte e i vescicanti e i cauterii e la pomata dell’Autenrieth e l’olio di merluzzo, oh, sì, io vi tratto crudelmente, ma con una crudeltà pietosa; tormenti alla pelle, medicine ripugnanti al ventricolo; io vi curo colla fame e col dolore… colla prigionia e colla paura…

E il dottor B. pareva esaltarsi nella sua feroce eloquenza, ma il suo accento era così pieno di fede, che io mi sentiva costretta ad ascoltarlo. Egli godeva assai nel passare in rassegna le armi tremende delle quali egli disponeva, e si agitava nel suo seggiolone, e sogghignava, e faceva tremare e muovere ogni cosa intorno a sé; e mi pareva, in una volta sola, un mastodonte e un carnefice…

- Ma cara mia signora, la cura d’una malattia è una battaglia fra il malato e il medico; è una lotta della natura colla scienza, e la vittoria è del più forte e del più coraggioso; e vedete, (e qui senza volerlo, si rimboccava le maniche dell’abito quasi volesse disporsi ad una partita di <I>boxing</I>)… a me non mancano né il coraggio né la forza. I miei colleghi dicono di me che sono



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